Che l’unità dei cattolici in politica, fosse un’utopia, o forse anche, un errore, ne era convinto don Luigi Sturzo, il quale fondando il Partito Popolare, con un manipolo di uomini, chiarì, in maniera anche evidente nello statuto dello stesso nascente partito, come in realtà da un lato è solo la Chiesa ad essere veramente cattolica, cioè universale, per tutti, ecumenica, diffusa in tutte le terre abitate; mentre dall’altra parte il partito popolare sarebbe stato “solamente” una parte di, una frazione di, aconfessionale, e quindi ontologicamente non universale, non cattolico insomma.
Partendo da questa premessa, credo che noi, guardando, e cercando di comprendere, il nostro contesto, locale, diocesano, provinciale, ma anche nazionale, siamo chiamati a riflettere, da cattolici “interessati” alla politica, sul fiorire di liste civiche, neo-partiti, partiti affermati, movimenti civici o pseudo – partitici, che in qualche maniera, più o meno vaga, più o meno decisa, più o meno evidente, più o meno positiva, potrebbero ritornare a proporre quell’unità dei cattolici in politica, o la strumentalizzazione di essi, che nemmeno il “padre” del popolarismo italiano, appunto Sturzo, si sarebbe mai sognato di pensare e dunque proporre. Sulla scia che definirei “sturziana”, a mio modestissimo parere, credo che possa ben collocarsi, quel movimento, quel nuovo soggetto politico, che in queste ultime settimane, e mesi, ha fatto molto discutere, (anche dalle nostre parti con un convegno organizzato dall’Associazione Alcide De Gasperi e dal Centro Studi Cammarata dal titolo “Puntare al centro per centrare il punto. Di cosa si occupa una politica che sceglie il centro” nello scorso luglio), che risulta essere il Partito della Nazione, “ufficializzato” proprio qualche settimana fa a Todi con un seminario organizzato dalla fondazione Liberal, presieduta dall’on.le Ferdinando Adornato.

Questa nuova “realtà” politica, a detta proprio dei suoi costituenti, non vuole essere intesa come un partito di nicchia, di esclusiva affiliazione post – democristiana, ma come il progetto di un grande partito cristiano e liberale. Un partito certo di ispirazione cristiana, ma non il partito della Chiesa, dell’unità dei cattolici in politica. Un soggetto che vuole rivolgersi con forza a quei movimenti cattolici, e non, del volontariato, del no – profit, della formazione, che possono, e devono, dare un contributo, oggi forse sempre più determinante, in questo momento della storia del nostro paese, per sostenere, e perché no anche per diventare, classe dirigente impegnata in politica, in grado di cambiare radicalmente l’Italia. Sulla scia dei continui appelli circa l’impegno politico, di Benedetto XVI, del Cardinale Bagnasco, di Mons. Crociata, del nostro pastore Mons. Mario Russotto, credo, che come comunità credente, dobbiamo, e possiamo formarci e spenderci nell’ambito socio – politico, convinti, o meglio, consapevoli, che la cattolicità, e dunque l’unità, è garantita e vissuta, solamente dalla e nella Chiesa Cattolica.

 Riceviamo e Pubblichiamo di Rocco Gumina