Ho cominciato ad appassionarmi alla politica a soli nove anni, quando mio zio (di estrema sinistra), si candidò per le elezioni comunali. Il risultato però fu la sua sconfitta. Per quasi un anno cominciai allora a disinteressarmi, poi però arrivò la svolta: nel mio Istituto scolastico si aderì al progetto “Coloriamo il nostro futuro”, progetto questo, che prevedeva l’elezione di un minisinbdaco, un sindaco cioè che si occupasse dei giovani. Alla prima occasione diedi la mia candidatura, vinsi le elezioni e divenni il secondo minisindaco del nostro Comune.
A dire il vero non fu questo l’evento a indurmi alla scelta di occuparmi di politica, bensì la cerimonia d’insediamento. Quello fu senz’altro un evento che mi cambiò la vita. Perchè prima di me parlarono diverse persone, tra cui l’allora Presidente del Consiglio comunale, Diego Lo Verde, oggi Segretario del Gippe e direttore nazionale Giovane Italia. Le sue parole mi colpirono moltissimo; riporto sotto il testo del suo discorso affinchè tutti possiate capire quanti giovani promettenti ci siano nel nostro Paese, indipendentemente dal loro colore politico:
<< […] è con immenso piacere che vi accolgo oggi presso l’aula consiliare del nostro Comune.
È un bel momento per la nostra comunità Pollinese, in quanto si da seguito ad un percorso che io definii già due anni fa virtuoso, di educazione civica o meglio di educazione alla democrazia.
Mai come in questo periodo storico del nostro paese un’iniziativa simile assume un ruolo di vitale importanza.
Il nostro, infatti, è un momento storico in cui si corre un grande rischio: che possa passare il messaggio che l’avversario politico è un nemico e in quanto tale va eliminato, che qualunque cosa l’avversario faccia o dica sia sbagliata a priori, esclusivamente per partito preso. Questa, cari amici, è la “democrazia dell’odio” che è storicamente il metodo dell’ideologia.
Iniziative come questa ci aiutano a comprendere coscienza dell’’importanza della democrazia e dell’esigenza impellente di una politica vista anche come strumento utile contro la violenza.
Il nostro dovere, quindi, è quello di promuovere al meglio questa iniziativa come esperienza educativa contro i violenti e contro l’ingiustizia.
Bisogna capire che la vera politica, quella fatta con spirito di sacrificio, quella fatta non “contro qualcuno, ma “a favore di qualcosa”, è l’unica risposta agli ideologismi sterili e di parte che piegano la ricerca della verità e del bene comune a un interesse personale, al raggiungimento del potere con ogni mezzo e quindi anche con l’annientamento della libertà che in una democrazia non può essere in alcun modo messa in discussione.
La nostra democrazia è nata sessant’anni fa, dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, e si fonda su valori e principi che sono scritti nel testo per noi più importanti: la Costituzione.
Questo testo deve essere fatto conoscere ai nostri ragazzi, perché possano amarlo, soprattutto coloro che proprio oggi si avvicinano alle istituzioni, ma non solo, tutti indistintamente dovremmo fare riferimento ai diritti, ai doveri, ai principi contenuti nella costituzione, in quanto rappresenta la nostra carta d’identità.
La scuola può fare molto per non disperdere questo patrimonio, traducendo quelle parole scritte su carta in sentimenti e passioni capaci di dare senso alla vita di ciascun cittadino.
La Costituzione, vedete, è l’affermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della sorte comune. È la carta della propria libertà, la carta per ciascuno di noi, della propria dignità d’uomo.
Molto spesso oggi, dimenticando i sacrifici dei nostri nonni per conquistare l’Italia che abbiamo oggi, si arriva spesso alla degenerazione della politica, perdendo persino al lucidità per capire ciò che è oggettivamente controproducente. Dovremmo tutti considerare la diversità di pensiero in un’ottica costruttiva, quella del confronto dialettico tra parti opposte ma accomunate dallo stesso obiettivo: il bene comune.
Cari amici, ragazzi, a tal proposito continuo con l’affermare che non esisterà mai un politico che possiede tutte le risposte alle problematiche, esiste al massimo che cerca di dare il suo contributo, essendo innanzitutto un cittadino a disposizione dei propri concittadini, senza dimenticare che il proprio mandato non è sinonimo di privilegi ma di servizio alla comunità.
Voi ragazzi dovrete essere portatori sani di un cambiamento che è fatto di piccole cose; in quest’ottica, capite bene, ognuno è chiamato a diventare responsabile di se stesso, protagonista della propria esistenza, capace di esprimere talenti, di realizzare un percorso umano e professionale, di contribuire attivamente alla costruzione del bene comune.
La scuola, cari ragazzi, ha il compito di accompagnarvi in questo cammino, dando ad ognuno di voi gli strumenti per compierlo con maggiore facilità.
CONCLUSIONE
Non associate quindi la politica ad un qualcosa negativo, nulla di più sbagliato! Non esiste la Politica “sporca” ma politici che la rendono tale.
Cari ragazzi, il percorso che oggi avete cominciato, porterà sicuramente qualcuno di voi ad appassionarsi alla cosa pubblica e, perché no, spingerà qualcuno di voi a sedere domani sui banchi di quest’aula. Spero che lo facciate, ma fatelo in maniera coscienziosa, con la consapevolezza che questa esperienza sarà di grande aiuto per la vostra crescita ma anche per chi con voi, concorrerà alla crescita della nostra comunità; prendete, quindi, questa esperienza in maniera seria ma mettendo sempre al primo posto lo studio.
Solo così, con un forte amore per la Democrazia che deve necessariamente congiungersi con l’efficienza, acquisita anche tra i banchi di scuola, il tutto potrà tradursi in un forte senso di responsabilità ed equilibrio, propri di un buon Amministratore.>>
Da quel momento iniziammo a sentirci più spesso, mi insegnò molte cose sul mondo della politica; l’unica cosa che non riuscì mai a trasmettermi fu quella di credere negli ideali del suo partito, il PDL. Feci una scelta usando solo ed esclusivamente la mia testa.
Scelsi l’UDC perchè credevo negli ideali portati avanti dal nostro leader Pier Ferdinando Casini: la famiglia, la religione, sostegno alle fasce deboli, lotta al bipolarismo. Un giorno Salvatore Gaglianello, persona che stimo moltissimo, mi disse: “Bravo Giuseppe, Casini sì che è una persona moderata e attenta ai problemi dei cittadini“. Oggi gli rispondo: “Bravo Totò, la moderazione in politica è molto importante, se non indispensabile. Oggi il bipolarismo vede la contrapposizione sterile dei gruppi di destra e di sinistra; serve una classe dirigente moderata che si occupi prima di tutto del bene comune“.
Nel 2008 l’UDC si alleò con Berlusconi; la scelta, dopo un pò di tempo, non convinse molto nè me nè il nostro leader Casini, ragion per cui dopo poco tempo lo lasciammo. Adesso si sta creando il Terzo Polo, cosa definita da tutti, e in modo particolare da Antonio Di Pietro, assolutamente inutile. A me invece l’idea del Terzo Polo piace, eccome. Perchè negli ultimi due anni Berlusconi è servito solamente a dar via libera all’occupazione di posti in Parlamento da parte degli uomini di Bossi, colui che io qualche settimana fa definii “fantapolitico” per le idee assolutamente errate che porta avanti. Dal lato opposto anche Bersani ha fatto lo stesso, favorendo però Antonio Di Pietro e in misura minore i “grillini”. Questo tipo di bipolarismo esisteva, per esempio, anche in Australia, dove, dopo le ultime elezioni, il bipolarismo è miseramente fallito. Questo a dimostrazione del fatto che serve un’area politica nuova, che non sia nè di destra nè di sinistra, ma moderata e, come ha più volte ripetuto il mio leader, “di responsabilità nazionale”. Occorre cioè formare una nuova classe dirigente che si occupi prima di tutto di risolvere i problemi degli italiani, non dell'”italiano”.
L’idea che il Terzo Polo non debba essere creato, almeno per adesso, ha contagiato anche esponenti interni al mio partito, tra cui un gruppo di siciliani, guidati dall’on.Romano. Questi portano avanti la convinzione che ci si debba alleare nuovamente con Berlusconi e votare il suo programma in cinque punti. Programma questo che, come ho ripetuto più volte ed in diverse occasioni, è incompleto e pieno di punti che più che all’Italia servono solamente a risolvere i guai giudiziari del premier.
Qualche giorno fa mi capitò di vedere un video su Youtube, il video della campagna elettorale dell’UDC, in cui si diceva che nell’UDC non c’è un solo leader, ma più persone valide che la possono anche pensare in maniera diversa. Questo, almeno secondo me, non significa che necessariamente si debbano creare spaccature interne al partito, che non fanno che favorire i nostri più diretti avversari.
A Casini ed all’onorevole Romano dico che dovrebbero smetterla di litigare, ma piuttosto sedersi ad un tavolo, tutti insieme, e discutere sulla linea da prendere di comune accordo, come in una famiglia. Già, come una famiglia, perchè se c’è un un altro motivo per cui ho scelto l’UDC è che da quando sono entrato a far parte di diversi progetti promossi dal partito, mi sono sentito parte di una grande famiglia, dove tutti portano avanti gli stessi valori, ma dove ci sarebbe stato sicuramente qualcuno che la pensa in maniera diversa, ma sapevo anche che avrei avuto l’opportunità di confrontarmi con loro e capire quale fosse la scelta giusta da fare.
Nell’inno del partito ricordo in maniera particolare una frase: “Se restiamo uniti noi avanzeremo di più”.. Benissimo, restiamo uniti e cominciamo ad avanzare verso una fase politica nuova.
Quello che desidero in questo momento è un partito UNITO, che dia una svolta alla politica italiana, che si occupi seriamente dei problemi dei cittdaini, soprattutto che lotti NON CONTRO QUALCUNO, MA A FAVORE DI QUALCOSA, QUINDI A FAVORE DEL BENE COMUNE. “Pace e Libertà e il nostro sogno già diventa realtà; un futuro migliore e batte forte il cuore e nasce un grande amore Lo Scudo della nostra Libertà”
Giuseppe Scialabba, un giovane quattordicenne che desidera, come credo tutti i giovani politici italiani, una fase politica nuova, che cambi l’Italia, il Paese dove sono nato e che amo…